Category Archives: Il Ponte Nuovo

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LA PATTUMIERA DI SALERNO

 

Ernesto Arduino

 

La creazione (pare ormai in fase avanzata) di una centrale a biomasse in zona Scavata Case Rosse all’inizio sembrava una bufala, una notizia falsa. Poi i contorni hanno cominciato a delinearsi (a fine luglio ne ha parlato qualche giornale locale). Anche perché la vicenda sembra seguire la stessa strategia già utilizzata tante volte quando si deve realizzare un impianto industriale che tratta rifiuti (e quindi, per definizione, inquina) nei pressi di un centro abitato e si vuole ridurre il più possibile il “fastidio” causato dalla prevedibile reazione della popolazione locale.

1a fase: veloci e in silenzio. Si cerca di completare l’impianto il più rapidamente possibile, senza darne notizia, in modo da mettere tutti gli eventuali oppositori di fronte al fatto compiuto. In fondo chi vuoi che noti (in una zona industriale) degli strani macchinari, nuove apparecchiature ed una specie di container che sembra una centralina dell’Enel? Ed in effetti, nonostante si affacci su una strada molto trafficata, quasi nessuno (quasi) ci ha fatto caso.

2a fase: ignorare e/o minimizzare. Se poi qualcuno la notasse e desse l’allarme, la prima contromossa è non fare nulla. Lasciarli chiacchierare, magari confidando nella speranza di trovarsi nei pressi di una cittadina (e, da questo punto di vista, Pontecagnano è una garanzia) dove ognuno si fa i “casi” suoi, ci si mangia e ci si dorme, ed a manifestazioni di protesta (come accaduto nel giugno scorso a Baronissi, dove di queste centrali ne volevano costruire addirittura due, ma la popolazione lo ha impedito) non ci pensano proprio. Se invece malauguratamente qualche rompiscatole reagisse utilizzando gli stessi argomenti di Baronissi – dove sono stati organizzati comitati, cortei (con il sindaco in testa), ed è stato fatto notare che un impianto (seppur piccolo) che sostanzialmente brucia rifiuti, non può essere dislocato in prossimità di case ed attività commerciali – ed allora bisognerà sguinzagliare qualche “esperto” (se ne trovano sempre) pronto a sostenere l’esatto contrario. Anche, se serve, a negare l’evidenza (siamo o non siamo la nazione dove il Parlamento ha sancito che Ruby era la nipote di Mubarak?) parlando per esempio di energia pulita, rinnovabile, ecc.. ecc… Vedrete che qualcuno si spingerà anche a dire che addirittura fa bene alla salute, e che quando ci passiamo in auto conviene avere i finestrini aperti perché i fumi residui di una centrale a biomasse curano pure l’asma e la bronchite.

Se infine tutto ciò non dovesse bastare, allora si passerà alle 3a (e definitiva) fase: la giustificazione politica. Mi pare già di vederli i nostri amministratori, sostenere tutti in coro: «Non si può dire “no” a tutto, è il progresso. E poi ci hanno assicurato che non inquina. E poi …se anche lo facesse… si trova nel Comune di Salerno, non possiamo farci niente!» In fondo è una fortuna per Salerno avere come vicino un Comune come il nostro. Così ubbidiente e disponibile a farsi carico di tutte le problematiche, ambientali e non, della città capoluogo. C’è da trovare una sistemazione alla centrale termoelettrica? Facile, dove c’era l’Ideal Standard. Il termovalorizzatore? Potremmo metterlo nella zona dell’ex cementificio. Le Fonderie Pisano? A Sardone. Ed anche se queste intenzioni non si sono – per il momento – tramutate in realtà (non certo per merito nostro) sembra difficile negare la scarsa considerazione di cui godiamo presso i nostri vicini. I quali ci vedono come una pattumiera. Anche Scavata Case Rosse appartiene formalmente alla zona industriale di Salerno, ma è al suo limite estremo meridionale (e quindi a poche centinaia di metri dal nostro centro-città). Proprio per questa ragione, qui da noi, ogni persona ragionevole ed intellettualmente onesta non può fare a meno di chiedersi: se davvero tutti questi impianti non fossero drammaticamente impattanti per l’ambiente circostante, perché continuate a dislocarli ai confini dei vostri territori? Perché non insediarli, per esempio, nel centro della zona industriale di Salerno? Forse perché lì ci sono già grattacieli, case ed altri progetti di edilizia residenziale, che non potrebbero avere come “vicini” degli impianti inquinanti? Evidentemente noi, Pontecagnano Faiano, invece possiamo. Chissà chi dobbiamo ringraziare per essere considerati la pattumiera di Salerno.

 

 

 

LIGHT MA DI PESO

Da sinistra: Melillo Mirko (12 anni), Rossomando Ettore (15 anni) e Picariello Francesco Pio (anni 14) con al centro, il loro istruttore Picaro Giuseppe

Il 2 e 3 giugno si sono svolti a Rimini i campionati italiani di Kick boxing WTKA dove hanno partecipato 3 atleti del Team Picaro che attualmente si allenano presso la CBO sita in Pagliarone. I  tre atleti hanno superato le semifinali di sabato 2 quindi accedendo alle finali di domenica 3 dove hanno conquistato i primi posti: Picariello Francesco Pio campione italiano Kick Light, Rossomando Ettore secondo classificato Kick Light e terzo classificato Light Contact ed infine Melillo Mirko secondo classificato Kick Light.

 

2017 Anno 10 n°2

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2017 Anno 10 n°1

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2016 Anno 9 n°5

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PONTECAGNANO FAIANO CORRE CON ANASTASIO PER IL RINNOVO DEL CONSIGLIO PROVINCIALE

Gennaro Gero Giacca

L’8 gennaio si voterà per il rinnovo del Consiglio Provinciale di Salerno. Ad esprimersi saranno chiamati i soli sindaci e consiglieri comunali che eleggeranno, tra loro stessi, i rappresentanti di Palazzo S. Agostino. Dalla composizione delle liste, dalle dichiarazioni e dalle polemiche tra i vari candidati, si intuisce che le Province, seppur svuotate di contenuti e competenze, sembrano conservare grande interesse di visibilità per quanti si danno battaglia per assicurarsi un seggio. La bocciatura referendaria della riforma costituzionale ha finito per creare, come facilmente prevedibile, un grande caos istituzionale tra gli Enti Locali; tuttavia il principio indicato nella ipotesi di riforma del Senato, quello della rappresentanza territoriale, resta intatto nel sistema elettorale provinciale e si dovrebbe dunque ipotizzare che, nella scelta dei “grandi elettori”, soprattutto i sostenitori della riforma Renzi-Boschi, esso venga rispettato e perseguito. La nostra Città è rappresentata, in questa competizione, dal solo Consigliere Comunale Antonio Anastasio che, peraltro, vanta una corposa esperienza sui banchi di Palazzo S. Agostino iniziata nel 2004, nominato, nel 2008, Presidente della IV Commissione Consiliare Provinciale Lavori Pubblici – Viabilità – Trasporti. E’ dunque auspicabile che, al netto delle preferenze personali che riuscirà a rastrellare tra i suoi colleghi della provincia, Anastasio possa raccogliere, nell’urna, l’unanimità di quelli che siedono con lui, Sindaco compreso, sui banchi del Consiglio Comunale di Pontecagnano. Ipotesi impegnativa questa, ancorché coraggiosa e coerente, che dovrebbe sancire e sottolineare lo spirito di collaborazione fattiva da tutti, maggioranza ed opposizione, lungamente sostenuta e sollecitata in ambito locale. Il rischio che l’Amministrazione Provinciale possa ridursi ad una pletora composta dai sindaci confinanti maggiormente ammanigliati alle segreterie politiche che contano è infatti altissimo e il campanilismo partitico la farebbe da padrone in una Provincia, qual è quella di Salerno, già pesantemente condizionata e, di fatto, immobilizzata dagli ordini di una scuderia situata a 54 km di distanza. La nostra Città non può permettersi ulteriori concessioni di vassallaggio politico, essa deve ritrovare urgentemente la propria identità territoriale smarrita e l’unità intorno al prioritario interesse pubblico. Può farlo l’8 gennaio, se non attraverso il popolo, privato del diritto di voto, quantomeno affidandosi al senso di responsabilità dei propri Consiglieri Comunali, chiamati questa volta ad un voto unitario che testimoni, nei fatti, il loro attaccamento a Pontecagnano Faiano così spesso conclamato. La città ne trarrà le logiche conseguenze politiche.

CONSIGLIO COMUNALE: CARTA CANTA

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Gennaro Gero Giacca

Se la normativa vigente non fosse categorica com’è, in chiave di non ulteriore eleggibilità, Ernesto Sica “rischierebbe” di fare il Sindaco di Pontecagnano Faiano a vita, tale e tanta è la potenza di fuoco a suo favore prodotta dagli strafalcioni tattici e politici di una opposizione in Consiglio Comunale che vive la fase più acuta di sempre del proprio complesso di inferiorità. In pratica, una sorta di propaganda personale offerta a titolo gratuito. Chi ha assistito all’assise di ieri sera, ha dovuto sorbirsi per due ore lo spettacolo pietoso dello strapotere carismatico, dialettico e contenutistico del Primo Cittadino, contro il quale il solo capogruppo di Uniti per Pontecagnano ha provato a tener botta se non altro per affinità caratteriali, ancorchè con poche argomentazioni rilevanti. La vicenda della surroga, nuovamente conclusasi in un nulla di fatto, ha praticamente svuotato il principale organismo di controllo degli atti amministrativi, il Consiglio Comunale, della sua funzione principale, esponendo la Città alla raffica di determine e deliberazioni di giunta a ruota libera che l’amministrazione si sentirà autorizzata a produrre da oggi in avanti, più di quanto non abbia finora fatto. La causa di inconferibilità addotta, come la legge prevede, per motivare il voto negativo dell’opposizione avverso un atto obbligatorio qual è la surroga di un consigliere dimissionario, è stata quella suggerita dal Cons. Antonio Anastasio e fatta propria, in extremis, dalla pattuglia del PD, in palese imbarazzo e scollamento. Appigliandosi a questa ipotetica ancora di salvezza, seppur destituita di qualsiasi collegamento al caso in questione, emersa dalla frettolosa lettura della normativa, i gruppi che hanno espresso voto contrario hanno, di fatto, spinto la Città nel baratro del commissariamento ad-acta, nonostante il garbato e doveroso appello alla riflessione prodotto dalla Segretaria Generale. A margine  dell’indecoroso spettacolo, due siparietti di politichese: la pubblica celebrazione-pizzino, fatta dal Sindaco, dei meriti del Partito Democratico come forza di governo e cittadina e, in apertura, l’abituale azione di sciacallaggio sui problemi della Fascia Costiera, da parte del PD, mediante una ipocrita richiesta di Consiglio Comunale Monotematico, prodotta già nella consapevolezza di votare contro la surroga ed il Consiglio stesso. Al netto dei congiuntivi violentati.